Anthony Bourdain
Quando lessi anni fa Kitchen Confidential rimasi scioccata! Avevo appena finito di lavorare in una cucina professionale alle dipendenze di un isterico dittatore destrorso (politicamente parlando) e lunatico. Ho ritrovato la pazzia di ogni chef e cuoco nelle pagine di Bourdain. Quello che racconta è la realtà, è la verità, è ciò che accade dietro le quinte di un ristorante e che voi, avventori ignari, manco vi immaginate, a meno che non ci abbiate lavorato.
L’adrenalina che sale mentre cucinate per più di 50 persone è indescrivibile: potreste andare avanti per giorni a patto che non vi fermiate mai e anche senza l’ausilio di tutte le droghe che usava Bourdain!
Se non avete letto Kitchen Consifendial dovete rimediare al più presto, soprattutto se pensate che un giorno quella del cuoco (badate bene, cuoco, non chef) è la professione che volete intraprendere. Ma anche solo se avete un food blog e cucinate per la vostra famiglia: guarderete con occhi diversi qualsiasi cuoco che vi capiterà di conoscere, perché sapete che dietro quell’aria placida e gentile c’è dell’altro…
Ho appena finito di leggere il suo secondo libro, Il viaggio di un cuoco, purtroppo in edizione italiana (ma essendo stato un regalo non potevo fare altrimenti!). Dico purtroppo perché ho trovato la traduzione dei piatti tipici e degli ingredienti abbastanza approssimativa, fatta da qualcuno che non sa molto di cucina, ma questo è il problema di quasi tutti i libri di cucina tradotti in Italia…
Comunque, il libro è molto bello e affascinante: racconta del viaggio in giro per il mondo che Bourdain ha intrapreso per il Food Network (con sua grande vergogna, dopo aver parlato malissimo degli chef del Food Network nel primo libro) alla ricerca del cibo perfetto.
È un racconto affascinante, onesto, sanguigno: Bourdain sa quello che scrive!
In Giappone va in un Ryokan a mangiare e a fare il trattamento termale completo, assaporando natto a colazione (per il suo e nostro disgusto più totale! Veramente, il natto è proprio qualcosa che solo i giapponesi riescono ad apprezzare!).
In Portogallo fa ingrassare un maiale solo per lui da un amico del posto.
In Vietnam si innamora di Saigon e ne parla come se non la volesse più lasciare (citando anche Apocalipse Now, ma la traduzione è così tremenda che ci ho messo più letture a capire che citava la prima battuta del film!), mangiando nei baracchini per strada (che invidia! Nel mondo si mangia benissimo nei baracchini per la strada: i 10 tacos di San Cristobal de las Casas a 1 euro non me li dimenticherò mai in tutta la mia vita: squisiti!).
Esplora la Cambogia, a suo rischio e pericolo, alla ricerca della roccaforte dei Kmer Rossi.
Cucina un agnello intero con i Tuareg del Marocco.
Beve vodka a San Pietroburgo con gli esponenti della mafia locale.
E così per tanti capitoli.
Un viaggio da sogno e favolosamente descritto.
Se c’è qualcuno là fuori che vuole pagarmi per girare il mondo e mangiare, io sono qui disponibile, con una scorta enorme di dissenten e diarstop, pronta a partire!!!