31 May 2006

Sorbetto di ananas e lime

Sorbetto di ispirazione tailandese, fresco, leggero, profumato. Per una serata calda, tra amici…
Tratto da Cucine del mondo. Thailandia, Gribaudo – Parragon, 2004, uno dei libri peggio tradotti che abbia mai avuto tra le mani…

225 g di zucchero
600 ml di acqua
Il succo di 2 lime
1 ananas di medie dimensioni
Qualche fogliolina di menta per decorare



Fare uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero: scaldare a fuoco basso finché lo zucchero non si scioglie e lasciare sobbollire per 10 minuti. Aggiungere metà del succo di lime. Lasciare raffreddare.
Pulire l’ananas e frullarlo con il succo di lime rimasto. Aggiungere lo sciroppo.
Se si usa la gelatiera, lasciare riposare in frigorifero fino al momento di metterlo nella gelatiera.
Se non si ha la gelatiera, mettere il composto in freezer per 45 minuti, quando si saranno cristallizzati i bordi. Mescolarlo con una forchetta o una frusta e rimetterlo in freezer fino al momento di servire.

30 May 2006

Bellini sbagliato

Non me ne vogliano i barman professionisti e nemmeno gli appassionati, ma ieri sera mi sono permessa di rivisitare uno dei cocktail più classici che ci siano, il Bellini. La ricetta originale, del 1948, creata da un barman dell’Harry’s Bar di Venezia, la si trova ovunque in rete.
Anche se sbagliato, questo Bellini inventato ha avuto il suo successo: l’intera brocca è stata scolata per intero dal Francese e dalla Piperita!

5 pesche gialle, con la buccia, fredde
6 ciliegie, denocciolate
1 cucchiaino di sciroppo di zucchero di canna
1 bottiglia di prosecco (75 cl), freddissimo


Frullare pesche e ciliegie con pochissimo spumante.
Trasferire il composto in una brocca, diluirlo con il prosecco, aggiungere lo sciroppo di zucchero, mescolare bene e servire freddo.

28 May 2006

La cucina di San Lorenzo


Volete la ricetta della foto qui a lato? Venite a trovarmi qui!
La Piperita è stata invitata dal vulcanico Tombolini a partecipare a un suo progetto! E perchè avrei dovuto dire di no?

26 May 2006

WHB On The Road: Fresh pasta with agretti

This week’s Weekend Herb Blogging is hosted by Ilva, a great Swedish woman blogger, wonderful photographer, leaving in Tuscany. And in some ways this recipe is dedicated to her, and her love for agretti, this greenery impossible to translate into English, that you can find in every spring Italian street market. The cheese I used is robiola, which I do not really know how to translate or whether you can find it outside Italy, as it is fresh and will last only a week in the fridge. I suppose you can try to use quark cheese instead, or any other fresh cheese with a tangy aftertaste. I wanted to write the recipe for fresh pasta too (I made the pasta in the recipe), but, sorry, I am too tired (the month of may was quite full of work) to explain it in English (or Italian)… Sorry, but soon, maybe…

400 g of fresh egg pasta, like tagliatelle or fettuccine
200 g of agretti
2 robiola
Salt and pepper



Cut away the agretti roots and clean them thoroughly, as they always are full of sand and dirt.
Put a pan full of water to boil. Once it is boiling add salt and the agretti, let them cook for 5 minutes, then add the pasta and cook it for the time required. In the meanwhile, put the robiola with salt and pepper in a serving bowl. Once the pasta and the agretti are cooked, drain them and add them to the bowl with the robiola. Mix thoroughly and serve.


Versione italiana

Questo fine settimana il Weekend Herb Blogging inizia il suo giro per i blog del mondo, e la prima ospite è Ilva, una favolosa blogger svedese, grande fotografa, che vive in Toscana. E in qualche modo questa ricetta è dedicata a lei e al suo amore (assolutamente condiviso), per gli agretti. Volevo mettervi la ricetta della pasta fresca (quella della foto l’ho fatta io), ma sono distrutta dalla miriade di lavoro che ci ha sommerso nel mese di maggio (in settimana vi racconterò, forse…), e perciò non riesco molto a connettere… Figurarsi poi a scriverla in inglese…

400 g di pasta fresca all’uovo, tipo tagliatelle o fettuccine
200 g di agretti
2 robiole
Sale e pepe


Mettere abbondante acqua a bollire. Pulire gli agretti: scartare le radici e lavarli bene sotto l’acqua corrente (tendono a essere pieni di terra). Quando l’acqua bolle, salarla. Aggiungere gli agretti e cuocerli per 5 minuti. Aggiungere a questo punto la pasta e portarla a cottura. Nel frattempo, mettere la robiola, con un po’ di sale e pepe, in una ciotola di servizio. Quando la pasta e gli agretti saranno cotti, scolarli, aggiungerli alla ciotola con la robiola, girare bene e servire subito.

P.S. per Cannella e il Club di Sale&Pepe
Come ti sarai accorta (lo so che te ne sei accorta!!!), la ricetta l’ho tratta da Sale&Pepe di maggio 2006. Semplicissima, ma devo dire molto buona, anche se io l’ho semplificata ulteriormente, ma certe sere mi va di mangiare semplice semplice… Solo che non potevo mettere nel titolo anche Club di Sale&Pepe: avrei dovuto spiegarlo in inglese e non ne sarei più uscita…

25 May 2006

Gelato di pesche

Sulla scia del precedente, ma con delle piccole varianti…
A Milano continua a fare un gran caldo e mi va di mangiare solo cose fredde (lascio a Petula l’ardua sentenza se mangiare freddo quando fa caldo fa bene o meno… Io di queste cose non ci capisco nulla!). L’altro giorno sono andata per lavoro a Brescia con la mia socia e, per la strada del ritorno, abbiamo deciso di prendere la statale: piace a tutte due girovagare e perderci per strade sconosciute! Così, come su ogni statale che si rispetti, a un certo punto abbiamo incontrato una piazzola con un camioncino che vendeva frutta: meloni, ciliegie (spagnole e ancora care, ma mai quanto quelle del fruttivendolo/gioielliere sotto casa mia) e pesche. Così ce ne siamo divise una cassa. E così ecco questo gelato. E poi la crème fraîche stava scadendo sul ripiano del frigorifero… E così ho tirato fuori la gelatiera!

8-9 pesche piccole
200 ml di crème fraîche
2 cucchiai di zucchero di canna
Qualche foglia di verbena


Frullare tutto (la verbena non è necessaria) e mettere nella gelatiera.

24 May 2006

Tortini con pomodorini


Una ricetta di una semplicità quasi imbarazzante! I soliti ritagli di pasta brisè avanzata da una delle tante torte salate che sforno, pomodorini rossi rossi in frigorifero… Da ospiti improvvisi (se vi surgelate la brisè)!

Per la pasta brisè
250 g di farina
130 g di burro
2 pizzichi di sale
1/2 bicchiere d’acqua

Pomodorini
Montasio, o altro formaggio che fonde, grattugiato grosso
Origano


Preparare la pasta brisè. Mettere la farina, il burro a cubetti e il sale nel robot con le lame per tritare. Azionare, quando tutti gli ingredienti sembreranno combinati, iniziare ad aggiungere l’acqua e continuare a frullare finché non si formerà un palla compatta. Mettere in frigorifero.

Accendere il forno a 180° C.

Stendere la pasta in una sfoglia sottile. Ricoprire degli stampini monoporzione o una teglia grande. Tagliare i pomodorini in quattro e disporli sulla pasta. Cospargere con il formaggio e l’origano. Infornare finché dorato.
Servire subito.

Sformatini di asparagi

Essendo cresciuta a Varese, profonda provincia lombarda ahimè, gli asparagi hanno fatto parte della mia dieta primaverile fin dalla tenera età. Perché?, vi chiederete. Domanda lecita! A nord di Varese, quasi in Svizzera, c’è un paesino che si chiama Cantello e che produce asparagi (varietà violetto d'Argentueil), perciò a Varese è normale mangiare quantità enormi di asparagi e dire frasi del tipo “Vado a magiare gli asparagi a Cantello” (mio padre me l'ha giusto detto due settimane fa!!!)! Ci fanno pure una sagra!
E scrivendo questo post, mi rendo conto che Cantello è protagonista di tantissimi ricordi: il mio primo “filarino” (come direbbe mia mamma) era di Cantello (e anche il secondo in verità…), una mia cara amica del liceo viveva a Cantello, a Cantello, in un bellissimo ristorante, abbiamo fatto il nostro pranzo di matrimonio (esattamente nella sala della foto), e adesso sono qui che parlo dei loro asparagi…
Comunque, lasciando perdere i ricordi di tempi lontani, sono cresciuta a pane, asparagi e cioccolato, anche se non proprio tutti insieme nello stesso panino!
E così anche se vivo a Milano, ogni volta che arriva la primavera, compro chili e chili di asparagi. Questa è l’ultima creazione in materia: riciclo totale di cose che in frigorifero non avevano più un bellissimo aspetto…

1 mazzo di asparagi
100 ml di panna
1 uovo
150 g di gruviera grattuggiato
Sale e pepe


Cuocere gli asparagi al vapore. Frullarli con gli altri ingredienti.
Imburrare e infarinare una piccola pirofila e infornare a 180° C per 20-25 minuti, finché dorato in superficie.

23 May 2006

Gelato espresso alle fragole

A Milano fa molto caldo in questi giorni (vi lascio immaginare quanti gradi ci sono in metropolitana) e la città è sotto una bella cappa di umidità e smog... E a me è venuta una gran voglia di gelato! Nella mia zona non ci sono gelaterie artigianali degne di nota, così sono “costretta” a farmelo in casa! Per fortuna ho la gelatiera…

250 g di fragole pulite
200 ml di panna
2 cucchiai di zucchero di canna


Frullare tutto e mettere nella gelatiera!

Me lo sto mangiando proprio mentre pubblico... Spero di riuscire a lasciarne anche per il Francese!

Lasagne verdi con spada affumicato e pomodorini

Anni fa alla rivista Anna allegavano una volta al mese (o una volta la settimana, non ricordo…) dei pratici opuscoli monotematici “Anna in cucina”: Cioccolato, Piatti freddi, Pasta, Dolci… Per anni sono stati una specie di bibbia per me: ricette semplici, gustose, ma di effetto.
L’opuscolo che mi ha ispirato queste lasagne (che ho variato minimamente) è stato “Yogurt”. L’aggiunta dello yogurt alla besciamella è molto interessante, la rende quasi più “leggera”, per lo meno al palato!
Le lasagne verdi le ho comprate già fatte, secche: non siamo mica un pastificio!

250 g di lasagne verdi
150 g di yogurt greco
besciamella (fatta con 40 g di burro, 60 g di farina e 700 ml di latte)
5 g di burro
600 g di pomodorini
200 g di spada affumicato (o 400 g se le volete molto ricche)
Sale
Pepe
Noce moscata


Accendere il forno a 180° C.
Preparare la besciamella: sciogliere il burro, aggiungere la farina, tostarla brevemente e diluire con il latte caldo. Cuocere a fuoco basso finché non si addensa leggermente (lasciarla liquida, per far sì che le sfoglie delle lasagne cuociano meglio). Aggiungere sale, pepe e qualche pizzico di noce moscata.
Una volta raffreddata, aggiungere lo yogurt.
Imburrare una teglie grande, mettere due cucchiai di besciamella sul fondo, adagiarvi delle sfoglie di lasagne, ricoprirle di besciamella, lo spada sminuzzato grossolanamente, i pomodorini tagliati in 4. Continuare fino all’esaurimento degli ingredienti, terminando con uno strato di pasta, besciamella e pomodorini.
Infornare per 45 minuti e servire subito.

22 May 2006

Tonno marinato con riso e salsa di miso

Gli ingredienti sono giapponesi, ma non potrei dire che quello che ne è uscito possa annoverarsi tra la cucina giapponese. Nel senso, essendomi inventata tutto, assemblando decine di ricette che ho letto qua e là on-line, non posso affermare che l’esito di questo esperimento possa essere riconosciuto da un giapponese come un piatto del suo paese, ma almeno annovera tra i suoi componenti dei tipici prodotti del Sol Levante. A noi il risultato è piaciuto, anche se ho trovato la salsina di miso forse un po’ troppo asprigna per i miei gusti, e per questo ho messo la possibilità di mescolare il miso con il succo d’arancia, che lo addolcisce un po’ di più.



250 g di tonno fresco
2 cucchiai di mirin (vino di riso)
2 cucchiai di su (aceto di riso)
4 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di miso (pasta di fagioli di soia)
Il succo di 1/2 limone (o di 1/2 arancia)
Olio extravergine di oliva

Riso bollito

Semi di sesamo per decorare



Tagliare il tonno a striscioline non troppo sottili. Marinarlo nel su, mirin e salsa di soia per almeno 3 ore.
Nel frattempo preparare la sala di miso, mescolando il miso con il succo di limone. Lasciare riposare in frigorifero.
Bollire il riso.
Scaldare una padella antiaderente con abbondante olio, cuocere molto velocemente (pochi secondi) le stiscioline di tonno (attenzione perché l’olio salterà da tutte le parti, comprese le vostre innocenti manine e braccine…). Servirle sopra il riso e nappate con la salsa di miso. Decorare con semi di sesamo tostati.

20 May 2006

Piperita risponde: le marmellate

S. mi scrive:

[…] vorrei da te un consiglio per fare una buona e semplice marmellata di fragole. Lo so non è difficile ma quello che mi manca sono le proporzioni zucchero/frutta!
Grazie!
S.


E Piperita (reggendo il suo bel palloncino rosso della domenica) risponde!

La buona norma per una marmellata è seguire sempre la proporzione di 1 a 1, cioè, per un chilo di frutta, un chilo di zucchero. Con qualche aggiunta:
- praticamente sempre, del succo di limone;
- per frutta carente di pectina, una mela sbucciata (e questo sarà il caso delle fragole);
- spezie a piacere: cannella, vaniglia, zenzero…

Per esperienza personale consiglio di far macerare la frutta nello zucchero per una notte intera (o per una giornata) e di cuocere la marmellata a fuoco sostenuto e non per troppo tempo (35-40 minuti saranno sufficienti, massimo 1 ora). Invasare sempre dopo aver sterilizzato i vasetti (o in acqua bollente o riempiti per 3/4 di acqua per 10 minuti nel microonde al massimo della potenza) e a caldo. Chiudere i vasetti e capovolgerli.

E dopo avere la netta sensazione di seguire le orme di Wilma De Angelis e di Suor Germana, vado a riposarmi felice!

P.S.
A scanso di equivoci, io uso questo soprannome perchè da tempi immemorabili mi hanno sempre associata alla favolosa Piperita Patty!

18 May 2006

Guacamole

Per il nostro viaggio di nozze siamo stati quasi 4 settimane a gironzolare per il Messico, zaino in spalla, ma forse ve l’ho già raccontato… Comunque, andando (rotolando?) verso sud, ci siamo fermati per qualche giorno a Mazunte, spiaggietta vicino a Puerto Escondido, tranquillissima, un paradiso fatto di foresta, farfalline, sabbia e mare favoloso. Così fuori dal mondo che la nostra cabaña non aveva nemmeno la luce elettrica e passavamo le nostre serate in veranda, alla luce delle candele e dondolandoci sull’amaca… Ok, ora che avete il contesto, immaginatevi anche un ristorantino minuscolo, gestito dagli stessi proprietari delle cabañas, con una signora in cucina e una ragazza che serviva ai tavoli, il tutto in un’immensa veranda, in alto a un piccolo promontorio, con da una parte la foresta e davanti la distesa dell’oceano… La signora in questione faceva un guacamole da urlo, un po’ perché gli avocado in Messico sono molto più buoni che le cosine che importiamo da noi e un po’ anche perché era probabilmente tutta la sua vita che schiacciava avocado per fare guacamole! E pensate che prima di andare in Messico, a me gli avocado manco piacevano!

2 avocado maturi
1 pomodoro piccolo
1/2 cipolla
Il succo di 1 lime
Peperoncino (fresco o in polvere)


Gli ingredienti andrebbero pazientemente schiacciati con una forchetta e amalgamati, in modo da ottenere un composto grossolano, con ancora dei pezzi. Ma dato che in Italia è difficile trovare dei buoni avocado, maturi al punto giusto da essere facilmente schiacciati con una forchetta, quello che vi consiglio è di tirare fuori il vostro bel frullatore, sbatterci tutto dentro e azionare a impulso, così da avere comunque un composto abbastanza grossolano. La dose del peperoncino è assolutamente a piacere.
Ci vorrebbe anche del coriandolo, ma io lo detesto proprio... Però mettetecelo se a voi piace...

17 May 2006

Club del Wok: Noodles con curry di funghi (con modella)

Una mia cara amica (colei che regge la ciotola sul mio balcone!) è venuta ad abitare vicino a me, solo che per un certo periodo non ha ovviamente avuto la cucina, così veniva spesso qui a cena. Essendo però la donna più disorganizzata del mondo (e adesso mi becco sicuramente una mail di insulti immediata, ma, tesorina, dai, su, ammettilo!), mi avvisava che sarebbe arrivata a cena solo all’ultimo, perciò mi dovevo ingegnare!!! E così cosa c’è di più facile, veloce e versatile che una ciotola di noodles???
Non so se l’avete capito, ma ho un’insana passione pure per le noodles…
I gamberetti secchi in polvere non sono necessari, se non ne avete. È che una volta ne ho comprato un pacchettino e, anche se erano solo 100 g, penso mi durerà in eterno, perciò da qualche parte ce la devo pure infilare questa polverina rossa!

1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 cipolla
1 cucchiaino colmo di pasta di curry rossa
200 g di champignon
4 shitake secchi, ammollati per 45 minuti in acqua molto calda
50 g di piselli surgelati, parzialmente decongelati
1 cucchiaio di salsa di pesce
2 cucchiai di salsa di soia
200 g di udon freschi
100 g di gamberetti surgelati, decongelati
1/2 cucchiaino di gamberetti secchi in polvere


Mondare gli champignon, e tagliarli a spicchi. Affettare gli shitake.
Sminuzzare grossolanamente la cipolla e soffriggerla nel wok con l’olio. Aggiungere la pasta di curry e farla sciogliere bene. Aggiungere gli champignon, poi gli shitake. Mescolare in continuazione. Aggiungere i piselli, sempre mescolando.
Sgranare gli udon e aggiungerli nel wok, condire con la salsa di soia e la salsa di pesce (a questo punto potete aggiungere anche due o tre cucchiai di latte di cocco, se ne avete lì un lattina aperta), aggiungere i gamberetti e cospargere con i gamberetti secchi in polvere. Mescolare bene e, sempre mescolando, lasciare cuocere gli udon per qualche minuto.
Servire subito.

16 May 2006

Pancakes per un'amica


Una cara amica mi ha scritto:

Tu che sei un genio della cucina, non è che hai una ricetta facile facile
(sono al livello di una bambina di 5 anni) per i pancakes?
e con cosa li guarnisco, dopo?

Tralasciando la sua pazza idea che io sia un genio in cucina (che non è assolutamente vero), le pancakes sono una di quelle delizie che anch’io ho scoperto ultimamente e che ho subito adorato! La ricetta perfetta l’ho trovata su un libro di Jamie Oliver (del quale non ho ancora parlato approfonditamente in questo blog, ma sta vicino a Martha e Nigella nel mio cuoricino, con in più che era anche un gran bel ragazzo quando era giovincello e all’inizio della sua carriera… Ma questa è un’altra storia!), Happy days with the naked chef. E visto che la mia amica sostiene di essere una neofita della cucina proverò a spiegarla nel modo più semplice e dettagliato possibile.

Per 2 persone (affamate)
3 uova
115 g di farina
1 cucchiaino di lievito
140 ml di latte
1 pizzico di sale


Dividere i rossi dai bianchi, mi verrebbe da dire come Audrey Hepburn in Sabrina, ma forse è meglio spiegarlo.
Prima di tutto servono due ciotole (o una ciotola e la ciotola del robot) e la vicinanza alla spazzatura, così da gettare i gusci senza sporcare nulla. Rompere leggermente il guscio dell’uovo sullo spigolo di una ciotola, dividerlo a metà, sopra la ciotola che avete scelto per gli albumi (la ciotola del robot) e, spostando delicatamente il tuorlo da una metà del guscio all’altra, fare scivolare tutto l’albume nella ciotola e mettere il tuorlo nell’altra. Continuare così anche con le altre uova.
Aggiungere agli albumi il pizzico di sale (aiuterà a montarli) e montali a neve: se usate il robot, azionatelo (con l’aggeggino per montare) fino a quando gli albumi non saranno diventati bianchi e fermi. Se usate le fruste a immersione, iniziate a montare. Per vedere se gli albumi sono montati bene esiste un solo modo (oltre che l’occhio, ma uno se ne accorge solo dopo un po’ di esperienza): prendere la ciotola e rovesciarla a testa in giù: se nulla cade avete fatto un buon lavoro!
Nella ciotola dei tuorli aggiungere la farina, il latte e il lievito e mescolate con la frusta fino a ottenere un composto liscio. A questo punto aggiungere gli albumi. Il modo migliore è aggiungerne prima una piccola quantità, amalgamandola dal basso verso l’alto molto delicatamente, così che il composto si abitui all’aggiunta. Unire il resto degli albumi e amalgamare con cura, cercando di non smontare il composto. E per non smontarlo bisogna mescolare SEMPRE dal basso verso l’alto , con calma, senza timore, abbastanza per amalgamare, senza cercare di mescolare troppo a lungo.
Scaldare un pentolino antiaderente, ungerlo con un filo d’olio di semi, versando l’olio nella pentola e togliendo l’eccesso con la carta da cucina. Versare un mestolo di composto nel pentolino caldo e lasciarlo cuocere finché non diventa dorato sui lati. A questo punto potete aggiungere della frutta a tocchetti (fragole, lamponi interi, nespole, pesche, quello che volete). Girare la pancake con l’aiuto di una paletta, cuocere per qualche minuto e mettere su un piatto. Continuare fino a esaurimento del composto.
Servire con dello sciroppo d’acero.

P.S. A onor del vero, queste delizie le ha fatte il Francese! Bravo, eh?

Frullato di pesche





Quando arriva la bella stagione mi viene subito voglia di un frullato a colazione. Lo so che le pesche non sono ancora in stagione piena e nemmeno al loro meglio, ma in questo frullato ci stanno bene, anche se non perfettamente mature…

2 pesche noci lavate
1 kiwi sbucciato
1/2 cucchiaio di golden syrup
Latte q.b.

Frullare tutto! Bere subito!

15 May 2006

Chutney di mango

Avevo due mango in frigorifero che mi ispiravano poco. Il Francese li sa scegliere molto bene, solo che il problema è che alle volte ci si trova davanti delle brutte sorprese. E visto che alla sola visione di un mango inizia a venirmi l’acquolina in bocca, e se poi li apro e sono marci ci rimango malissimo, questa volta ho deciso di farci un chutney.
La ricetta è di Martha Stewart, divisa per tre perché avevo "solo" 1 chilo di mango.

5 chiodi di garofano
5 bacche di pepe rosa
60 ml di aceto di vino bianco (io ne ho usato uno aromatizzato alla salvia che ha fatto mio suocero)
1 piccola cipolla rossa
La punta di un cucchiaio di peperoncino in polvere (o di più, se lo volete più piccante)
1 cucchiaino di sale grosso
65 g di zucchero
1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato
1 cucchiaio di scorza di lime
60 ml di succo di lime (più o meno 2 lime)
2 mango (1 kg)


Mettere in un pentolino a fondo spesso l’aceto, la cipolla a cubetti, il peperoncino, i chiodi di garofano e il pepe rosa. Portare a ebollizione, abbassare il fuoco e lasciare sobbollire per 15 minuti.
Sbucciare i mango, togliere il nocciolo centrale e tagliarli a dadini. Aggiungere al composto di aceto i mango, il succo e la scorza dei lime e lo zenzero. Lasciare cuocere per 40-50 minuti. Frullare leggermente.
Invasare.
Servire con piatti di carne, saporiti.

14 May 2006

WHB # 32: My little “garden”


Inspired by dear Kalyn, here is my herb “garden”. I live in a big city, and I do not have the possibility to own a garden or even a big terrace: I just have a balcony, a rather small one!
And this year I decided to plant a lot of herbs and the like. I have got the temptation to spread a worldwide MeMe: Show us your own herb garden! What do you think Kalyn?
So, here they are (having a lot of fun with the dictionary to translate!), clockwise:
Camomille, basil (a plantation), sage (with flowers), balm (I do not yet know what for), dill, vervaine and lavander, thyme and mint (just little tiny leaves at the moment). Out of the picture, rosemary.


Ispirata da Kalyn, ecco il mio “giardino” di erbe. Vivendo a Milano, non ho decisamente la possibilità di avere un vero giardino o un terrazzo: ho solo un balconcino, anche minuscolo! E quest’anno ho piantato quasi solo erbe aromatiche e similari (facciamo partire un MeMe??? Tentazione…).
In senso orario: camomilla, basilico (una piantagione), salvia (ancora fiorita), melissa, aneto, vervena (erba limoncina) e lavanda, timo, menta (solo delle minuscole foglioline). Fuori dal collage il rosmarino.

10 May 2006

Torta alle noci del Perigord

Tutto ciò che ricordo del Perigord sono chili e chili di fois gras e di petto d’anatra: mai mangiato di più buono! La Salade Perigordine (lattuga, petto d’anatra, noci, leggera vinaigrette) è uno di quei piatti da bistrot sui quali andare sicuri al 100%, soprattutto in Perigord! Mi ricordo ancora la prima che ho mangiato la scorsa estate, nella piazza di un paesino, in un caldo pomeriggio di agosto: lattuga fresca fresca, petto d’anatra fresco appena scottato in padella, petto d’anatra affumicato affettato sottilissimo, prosciutto di petto d’anatra, vinaigrette, accompagnata da una baguette che non sto nemmeno a dirvi quale bontà e croccantezza! Lo so, lo so, le povere anatre vengono trattate malissimo, ingrassate a forza, etc. … È vero, non si discute, ma io non so che farci: non resisto a certe squisitezze…
Comunque, tornado all’argomento di questo post, in Perigord avevo la mente così offuscata dal grasso d’anatra che non ho molta memoria, se non dei vaghi ricordi, della torta di noci, però mi sovviene che forse sui menù c’era sempre… Devo averla presa solo una volta, o forse l’ha mangiata il Francese… E visto che questi giorni non sono in vena di grandi “creazioni” (ah ah), e mi fa pure male un polso, torta senza ausilio delle mani, veloce, semplice, un po’ noiosa da glassare, ma soddisfacente…
Per la ricetta mi sono ispirata a un vecchio libro del Francese, Les Bonnes Recettes des Logis de France, di Jaqueline Saulnier, Jean-Pierre Taillandier, 1989.

Per 12 tortini

3 uova
125 g di zucchero
100 g di noci tritate
25 g di mandorle tritate
75 g di burro
50 g di cioccolato amaro
12 gherigli di noce


Accendere il forno a 160° C.
Sciogliere il burro a bagnomaria o nel microonde.
Dividere le uova: mettere i tuorli in una ciotola capiente con lo zucchero e sbattere fino a farli diventare bianchi (frullatore a immersione, non c'è altra scelta!). Montare gli albumi a neve.
Aggiungere il burro, e le noci e le mandorle tritate al composto di tuorli. Mescolare bene, aggiungere gli albumi montati a neve e amalgamarli con cura al composto.
Ungere degli stampini da muffin, versarvi il composto e cuocere per 20-22 minuti in forno.
Sfornare e lasciare raffreddare prima di toglierli dagli stampi.
Una volta freddi, ricoprirli con il cioccolato fuso e decorare con un gheriglio di noce.

09 May 2006

Club del Wok: Gnocchi di riso cinesi con peperoni e cavolo

Quando ho conosciuto Petula siamo andate avanti per mezz’ora a parlare di quanto sono buoni e favolosi gli gnocchi di riso cinesi, sotto lo sguardo strabiliato (o allibito, a seconda delle versioni!) di Juliette!
Petula ha pubblicato la sua ricetta qualche tempo fa, usando quelli freschi. Io avevo in casa solo quelli secchi e così, mossa da un’insana voglia di mangiarli (creano dipendenza, ma non ci sono studi scientifici che lo dimostrino, solo io e Petula…), ieri sera li ho messi a bagno e oggi eccomi qui a cucinarli e mangiarli!

Per 2 persone
250 g di gnocchi di riso cinesi secchi (vanno ammollati in acqua fredda per almeno 12 ore)
1/2 cavolo cinese
1 peperone
1 costa di sedano
125 g di pancetta
1 cipolla
1 pezzettino di zenzero fresco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di salsa di ostriche
1 cucchiaino di sakè
1 cucchiaio di salsa di pesce
2 cucchiaini di olio di sesamo
1 cucchiaino di semi di sesamo bianchi
1 cucchiaino di semi di sesamo neri (per i quali ringrazio Gourmet!)


Tritare finemente zenzero, cipolla e sedano.
Scaldare 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva nel wok, aggiungere la pancetta, e la cipolla, lo zenzero e il sedano e soffriggere brevemente a fuoco alto. Aggiungere il peperone a listarelle e soffriggere. Aggiungere a questo punto il cavolo cinese a pezzettoni, soffriggere e coprire il wok, lasciando stufare il tutto per una decina di minuti.
Aggiungere gli gnocchi scolati, la salsa di soia, la salsa di ostriche, la salsa di pesce e il sakè. Amalgamare bene il tutto, coprire e cuocere per cinque minuti o fino a quando gli gnocchi saranno morbidi. Condire con l’olio di sesamo e i due semi. Servire subito.

08 May 2006

Marmellata di nespole

Un po’ diversa dalle solite marmellate e ammetto che mentre la facevo ero un po’ perplessa, ma alla fine è venuta buona… Tratta, come mio solito, da Gilbert Fabiani, Petit traité gourmand des confitures, Édition Équinoxe, 2002.

1 kg di nespole
800 g di zucchero
Il succo di 1 limone

Tagliare le nespole a metà, gettare i noccioli e metterle in un pentolino con 1 bicchiere di acqua. Portare a bollore e cuocere per 15 minuti.
Mettere il contenute del pentolino nel passaverdura a maglia fine e ricavare un purè molto liquido. Trasferire il tutto in un pentolino, aggiungere lo zucchero e il succo di limone e portare a bollore. Lasciare sobbollire, schiumando spesso, per 30-45 minuti. Per vedere se è pronta meglio fare la prova della goccia: lasciando cadere una goccia di marmellata su un piattino, lasciarla raffreddare e inclinare il piattino; se la goccia non si muove o si muovo molto lentamente, la marmellata è pronta.
Invasare, chiudere, capovolgere e lasciare raffreddare.

Sale&Pepe Forever: Cheesecake di fragole (e lamponi)

Aderendo all’iniziativa di Cannella, eccomi con una ricetta tratta da Sale&Pepe di maggio 2006. Solo che io non riesco mai a trattenermi dal variare le ricette… Ma proprio MAI! E così, avendo poche fragole in casa, mi sono ingegnata e ci ho messo anche i lamponi… E ho tolto un po’ di zucchero… E sulla ricetta originale ci sono 12 g di gelatina, ma secondo me 8 bastano e avanzano...

125 g di biscotti digestive
60 g di burro
80 g di zucchero
1 cucchiaio di zucchero di canna
500 g di ricotta
125 di yogurt greco al 2% di grassi
8 g di gelatina in fogli
2 cucchiai di panna fresca
La scorza grattugiata di un limone
250 g di fragole
125 g di lamponi


Frullare i biscotti, aggiungere il burro fuso e ricoprire il fondo di una tortiera a cerniera di 20 cm di diametro (con della carta forno sul fondo della tortiera, incastrandola tra il cerchio e il fondo). Lasciare riposare in frigorifero per 1 ora.
Mettere la gelatina a bagno in acqua fredda.
Mescolare la ricotta con lo yogurt, lo zucchero e la scorza di limone. Sciogliere la gelatina con la panna e incorporarlo al composto di ricotta.
Lavare e mondare le fragole, tagliarle a fettine e ricoprire il fondo di biscotti. Versarvi sopra la crema preparata e lasciare riposare in frigorifero per tutta la notte. Prima di servire, sformare la cheesecake e decorare con i lamponi.

06 May 2006

Cosa c’è in frigo




















Accolgo l’appello di Cannella con questo esilarante meme!

1) Dati anagrafici dell'apparecchio
È un Ariston, ma non so altro, perché quando abbiamo comprato questa casa ci hanno venduto anche la cucina, che era quasi nuova. Dovrebbe essere del 2000. Frigorifero e, separato (cioè sotto), freezer. Devo dire che per ora non ci ha creato molti problemi (pur essendo un Ariston, notoriamente delle ciofeche), anche come capienza ci soddisfa, ma noi siamo solo in due…

2) Grado di riempimento
Al momento, nelle foto, è al suo massimo (lo so, in confronto a Cannella sono una novellina senza speranze!), anche perché abbiamo amici a cena… Ammetto che ci sono periodi in cui sembra il deserto dei Tartari, e questo obbliga la mia fantasia a lavorare alla grande per riuscire a fare qualcosa di decente che soddisfi l’appetito famelico del Francese. Ammetto anche che il finocchio in primo piano è lì da qualche tempo, ma sta reggendo bene il suo invecchiamento… Il freezer è spesso pieno al suo massimo, ma ci sono periodi in cui mi prende male e inizio a svuotarlo…

3) Quali sono i 5 ingredienti o prodotti che non mancano mai all'interno:
- senape
- salsa di soia
- uova
- formaggio di qualche tipo, possibilmente puzzone
- burro

4) Quante volte all'anno lo sbrinate
Una volta, prima di partire per le vacanze estive… E nessuno mi convincerà a farlo più spesso…

05 May 2006

5 maggio




Come ho potuto ricordamene solo ora: oggi è il 5 maggio e si commemora la morte di uno dei personaggi storici che più ha influito sulla moderna storia europea, ma anche italiana… Lo so, è stato responsabile di carneficine, massacri, blah, blah, blah… Ma è stato anche uno degli strateghi più geniali di tutta la storia… Oltre che l'ispiratore del Pollo alla Marengo (scordatevi un post a riguardo!!!)!

WHB #31: Orecchiette con pesto di rucola e burrata

So, that is, in approximate English, fresh pasta with rocket pesto and fresh cheese. I realize this is maybe a difficult dish to assemble outside Italian borders, but with some adjustment, everybody can do it.
Pesto is a typical pasta sauce from Liguria, made with basil, garlic, pine nuts and extra virgin olive oil, all blended together in a marble mortar. In this recipe I used rocket salad instead of basil, almonds instead of pine nuts, and a blender instead of the marble mortar: quicker, easier, and better for spring, as good basil doesn’t come before summer.
I suppose it is possible to find rocket salad about everywhere in the world, but I think the problem for someone living outside Italy is to find burrata.
Burrata is one of the most wonderful thing we, Italians, do with milk. It’s something between mozzarella and cream, it is made with an outer shell of mozzarella, filled with mozzarella bits mixed with cream, closed with a string and enveloped in fresh leaves. It is a product that comes from Puglia, the Italian region that makes the heel of our peninsula, and specifically from Andria and its terroir. In Milan I can find good burrata only during winter months, as it must travel all through Italy to get here, and when it is cold there is no possibility to ruin the product during transport or downloading it.
Of course you can substitute burrata with good mozzarella, or, for the matters of this recipe, even with ricotta.
Orecchiette too are the typical fresh pasta from Puglia, but I suppose are quite easily found in any good Italian grocery shop.
As you see from the recipe below, it is one of the easiest and quickest dishes to prepare.

Serves 4

500 g of fresh orecchiette
200 g of rocket salad
60 g of almonds
2 cloves of garlic
Salt
Good extra virgin olive oil
1 little burrata (or mozzarella or ricotta) of 150 g


While the water for the pasta is on high fire, make the pesto. Put in a blender glass the rocket salad, almonds and garlic. Begin to blend, and add little by little enough olive oil to have a thick cream. Add some salt if needed. Set aside.
Cook orecchiette in boiling salted water for the time given on the package. Drain it thoroughly, mix it with pesto and sprinkle with diced burrata.
Serve immediately.


Italian version

Il frigorifero offriva ciò, e io, fedele credente della religione del buono e veloce, mi sono piegata ai voleri dell’elettrodomestico indispensabile e ho cucinato ciò che lui mi metteva a disposizione!

500 g di orecchiette
200 g di rucola
60 g di mandorle
2 spicchi di aglio
Sale
Olio extra vergine di oliva
1 piccola burrata (150 g circa)

Mentre l’acqua per la pasta bolle, preparare il pesto. Mettere la rucola, le mandorle e l’aglio nel frullatore. Azionare e aggiungere a filo l’olio, quanto basta per fare un pesto cremoso, ma non troppo.
Cuocere le orecchiette, scolarle, condirle con il pesto e con la burrata grossolanamente spezzettata.
Servire immediatamente.

04 May 2006

ATTENZIONE! ATTENZIONE!

La Piperita è stata presa in castagna da Chiara, un'attenta lettrice!!! Nella ricetta delle Madeleines ho dimenticato, tra gli ingredienti, 75 g di zucchero. Adesso ho corretto il post...
Chiedo venia (era il primo aprile, chi vi dice che non volessi farvi uno scherzo per vedere se stavate attenti???), ma probabilmente ero ancora tutta emozionata per aver fatto una ricetta di Escoffier!!!

Clafoutis di fragole

Fragoloni enormi, saporiti e poco acquosi, in quantità industriale (sempre il Francese che va al mercato e non riesce a trattenersi!!!), che fare?
Un po’ per una cosina che verrà pubblicata in futuro, le altre un bel clafoutis!

Per l’impasto
3 uova
50 g di farina
400 ml di latte (nella prima versione ce n'erano 500 ml, ma mi hanno detto che risulta troppo liquido, anche se a me era venuto...)
150 di zucchero di canna

Fragole


Accendere il forno a 180° C.
Imburrare una tortiera e spolverizzarla con parte dello zucchero. Distribuire tutte le fragole che volete, a tocchetti, sul fondo: più ce ne sono più buono è il clafoutis.
Mescolare uova, latte, farina e lo zucchero rimasto. Versare il composto sopra le fragole e infornare per 30-40 minuti, finché dorato in superficie e, scuotendo la teglia, il composto dovrà risultare fermo e non più liquido.
Servire tiepido o freddo.
Clafotate gente, clafotate!!!

03 May 2006

INDICE RICETTE

Novità: dopo due ore di sudato lavoro, ho fatto l'indice delle ricette! Lo trovate sia qui a fianco che cliccando sul titolo di questo post!

Una sera come tante...

Per la serie, apro il frigorifero, poi apro il freezer, resto lì imbambolata per 10 minuti, penso e metto insieme qualcosa che preparo in 20 minuti, perché non ho voglia di cucinare…
Perciò, pasta, verdura, misto pesce per risotto et voilà!

200 g di casarecce Garofalo
8 pomodorini
1 confezione di misto pesce per risotto o spaghetti allo scoglio
1 zucchina
1 scalogno
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva Particella 34 Pianogrillo
1 cucchiaio di prezzemolo tritato


Mettere a bollire l’acqua per la pasta.
Sminuzzare lo scalogno. Lavare e mondare la zucchina e grattugiarla con la parte più grossa della mandolina o grattugia. Lavare i pomodorini e tagliarli in 4.
Scaldare 1/2 cucchiaio di olio in una capiente padella antiaderente e soffriggere lo scalogno. Soffriggere velocemente la zucchina. Trasferirla in un piatto a parte. Mettere un altro 1/2 cucchiaio di olio nella pentola, aggiungere i pomodori, il misto pesce parzialmente decongelato e cuocere a fuoco medio.
Salare l’acqua e buttare la pasta. Cuocerla molto al dente, scolarla, aggiugerla alla pentola con il pesce, aggiungere anche le zucchine e saltare la pasta per qualche minuto. 1 minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere l’ultimo cucchiaio di olio. Cospargere di prezzemolo tritato e servire.

P.S. Giuro che questa era la luce naturale che c’era iere sera alle 20 a Milano, spostando il tavolo davanti alla porta finestra del balcone, ovviamente!!!

02 May 2006

Tarte Tatin con scalogni, uvette e acciughe

La tarte Tatin è sempre stata una mia passione. Me la fece conoscere, nella sua versione classica, con le mele, il Francese. Da allora ho iniziato ad adorare le sorelle Tatin e la fortuna che un giorno si siano inventate questa delizia!!!
In realtà una tarte Tatin può essere fatta con qualsiasi ingrediente, salato o dolce, e con qualsiasi tipo di pasta, brisè, frolla o sfoglia. È una preparazione molto versatile e di effetto, soprattutto se presentata monoporzione.
Liberamente ispirata da Tartes Tatin, Catherine Quévremont, Marabout 2003.

Per 4 tortini da 15 cm di diametro o 1 grande da 25 cm di diametro

Per la pasta brisè
250 g di farina
130 g di burro
2 pizzichi di sale
1/2 bicchiere d’acqua

20 scalogni di medie dimensioni
100 g di uvette
20 acciughe sott’olio
Erbe di Provenza
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva


Preparare la pasta brisè. Mettere la farina, il burro a cubetti e il sale nel robot con le lame per tritare. Azionare, quando tutti gli ingredienti sembreranno combinati, iniziare ad aggiungere l’acqua e continuare a frullare finché non si formerà un palla compatta. Mettere in frigorifero.

Accendere il forno a 180° C.

Mondare gli scalogni e tagliarli a fettine di 5 mm di spessore. Scaldare 1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva in una pentola antiaderente, aggiungere gli scalogni e soffriggerli. Aggiungere le uvette, 1/2 bicchieri di acqua e lasciare stufare fino al completo assorbimento dell’acqua. Aggiungere qualche pizzico di erbe di Provenza e ultimare la cottura.

Ungere la teglia con pochissimo olio e disporre gli scalogni e le uvette sul fondo. Stendere la pasta, ritagliare un cerchio di 30 cm e disporlo sopra gli scalogni, rimboccando i lembi sui lati, quasi sigillando la torta e facendoli aderire al fondo.

Infornare per 30 minuti.

Sfornare la torta, lasciarla intiepidire, scostare i lembi della torta dai lati della tortiera e capovolgerla su un piatto da portata. Decorare con le acciughe.